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Recensione: Dante

locandina Dante

Ultimamente si è parlato molto dell’uscita del film “Dante” del regista Pupi Avati, che è stato oggetto di diverse critiche, nonostante qualcuno lo abbia apprezzato. Qual è l’impressione di uno studente?

Dobbiamo dire che è certamente difficile riuscire a rappresentare la figura del poeta, che conosciamo solo attraverso pagine scritte. Si può riuscire a cogliere certi aspetti, dando giustizia alla figura in questione; altrimenti, si può rischiare di cadere nel banale o ancora peggio nel romanzato.

In questo film la figura del poeta viene raccontata attraverso una doppia storyline, in cui il secondo protagonista è Boccaccio. A lui spetta il compito di consegnare alla figlia di Dante una somma di denaro come risarcimento per l’offesa subita dal padre con l’esilio. La vicenda è narrata quindi attraverso la voce di Boccaccio, che ripercorre i luoghi in cui Dante ha trovato ospitalità raccontando gli episodi più importanti della sua vita. Assistiamo così ad un continuo alternarsi di scene, che a volte può risultare confusionario e non permette di entrare nel vivo ne dell’una né dell’altra storia. Per chi non conosce nel dettaglio la vita del poeta e gli episodi della Divina Commedia risulta difficile seguire il filo logico.

Tuttavia dobbiamo apprezzare la rappresentazione di Dante come uomo prima ancora che come poeta. Spesso noi studenti lo associamo alla sole opere da studiare e ci dimentichiamo del fatto che era pur sempre un uomo che, se pur vissuto tra il 1200 e il 1300, provava sentimenti ed emozioni come noi oggi. Trovo che questa sia la caratteristica migliore del film, ignorando mancanze nella sceneggiatura e inesattezze storiche (che vengono colte solo dagli studiosi). Non è di certo il tipo di film che ti fa tenere gli occhi incollati allo schermo dal primo all’ultimo minuto, ma riguardandolo in quest’ottica forse potremmo apprezzarlo di più.

★★★☆☆
Sceneggiatura★★☆☆☆
Attori★★★☆☆
Colonna sonora★★★☆☆

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