Chi l’ha detto, che i classici debbano essere noiosi? Ma soprattutto, da dov’è nata questa sciocca “credenza”? Non esiste un’unica risposta, ma di sicuro la lunghezza e lo stile di scrittura pomposo e prolisso non piacciono. Romanzi scritti nell’Ottocento o nel Settecento non sono certo di comprensione immediata, eppure serbano un fascino e una profondità incommensurabili.
Cime tempestose, unico libro di Emily Brontë scritto intorno alla metà dell’800, è parte di questa categoria. Lo stile è particolare e accattivante: ci troviamo davanti ad un “racconto nel racconto”, in cui il protagonista parla in prima persona dei fatti accaduti, ma non conosce la vicenda nei dettagli – e per questo se la farà narrare. Quest’uomo, Mr Lockwood, si è appena trasferito nell’Inghilterra del Nord in seguito ad una delusione amorosa, ed è in cerca di serenità. Ha affittato una casa dove potrà vivere in tutta tranquillità, ma vuole anche conoscere i suoi affittuari e per questo si reca a Wuthering Heights. L’atmosfera della casa è quasi tesa, le persone che la abitano sembrano tutto fuorché felici e ognuno di loro cela un passato doloroso. Mr Lockwood non sa nulla, ma verrà a conoscenza della storia a causa della sua curiosità. Passata la notte a Wuthering Heights, infatti, si accorge che c’è qualcosa che non va: fa dei sogni agitati, assiste ad apparizioni misteriose e i muri della stanza in cui alloggia sono incise parole ripetute, come il nome di una certa Catherine.
Qui riesco quasi a concepire come un amore possa durare tutta una vita: mentre finora ero assolutamente convinto che nessun amore potesse resistere un anno.
Mr Lockwood, sconvolto, chiede spiegazioni a Nelly Dean, governante della dimora di Wuthering Heights e della casa che ha affittato. È così che si entra nel vivo nella storia: gli ignari lettori sono trascinati in un vortice da cui emergere è impossibile. Il ritmo si fa serrato, incalzante, vivace e carico di emozioni contrastanti.
Conoscerete Heathcliff, uomo vendicativo e a tratti crudele, che non riuscirete a non odiare. Ogni sua azione è dettata da furia e desiderio di riscattarsi, sembra non avere un cuore ma è ossessionato dalla sua sorellastra Catherine. La trama è incentrata sulla sua crescita, sullo sviluppo del personaggio che si relaziona con gli altri.
Le scene viste dagli occhi di Mr Lockwood e quelle raccontate da Nelly si intrecciano sapientemente, dando vita ad un incastro perfetto. Lo stile superbo di Emily Brontë sarà capace di imprigionarvi tra le pagine del libro, senza darvi la possibilità di uscirne per tornare alla vita reale. I personaggi principali, così come le comparse, sono caratterizzati in modo assolutamente impeccabile: vi sembreranno talmente realistici da voler correre a incontrarli non appena sollevata la testa dal libro.
Mentre leggevo, sognavo anch’io di poterli vedere davanti ai miei occhi, mentre parlavano, si muovevano e litigavano. Non è un dettaglio da poco: sono davvero rari gli scrittori che si annoverano nella categoria di quelli capaci di fare bene il loro mestiere. Siamo tutti capaci di scrivere, ma quanti effettivamente possono dire di essere in grado di trasmettere apprensione, speranza e gioia? Ed è proprio così che si dirama la vicenda: amore e odio si alternano, mentre l’orgoglio prende il sopravvento su tutto.
L’ho detto a inizio articolo e lo ribadisco: siete davvero sicuri che i classici siano noiosi? Non è affatto così: se amate gli horror di Stephen King, non potete non fare lo stesso con Frankenstein; se vi affascina l’avventura, adorerete anche Il giro del mondo in ottanta giorni o Viaggio al centro della Terra; se vi piacciono storie d’amore tormentate e imprevedibili, questo è il romanzo che fa per voi. Non aspettatevi smancerie o promesse d’amore strappalacrime, ecco: in questo libro si assiste ad una serrata guerra in nome del sentimento più logorante del mondo, che non si placherà neanche verso la fine.
Non gli dirò quanto lo amo, e non perché sia attraente, ma perché è per me più di quanto lo sia io stessa.
Potremmo definirlo come uno dei primi romance della storia, ma la verità è che sarebbe un’offesa nei confronti di Emily Brontë. Il suo non è solo un romanzo in cui si alternano affetto sconfinato e avversione insormontabile, ma cela anche delle sfumature dark gotiche che non mi sono affatto dispiaciute.
Di solito, con le mie recensioni tento sempre di lasciare qualcosa ai lettori. Non so: un insegnamento, una morale, un tema profondo che colpisce come un pugno nello stomaco. Questa volta, invece, vorrei solo convincervi ad abbandonare i pregiudizi e provare a prendere in mano questo romanzo. Non è noioso, non è ridondante, non è pesante: è solo uno dei primi libri nella storia della letteratura “romantica”, che merita di essere conosciuto. Credetemi: vi innamorerete dello stile di Emily Brontë. Sarà una piacevole scoperta per chiunque vorrà darle una possibilità.