La guerra è pace
La libertà è schiavitù
L’ignoranza è forza
In una Londra distopica governata dallo sguardo vigile del Grande Fratello, un’entità superiore il cui scopo è tenere in scacco la società con la sua tirannia, vive Winston Smith. Costui si occupa di filtrare le notizie che vengono pubblicate giornalmente sui quotidiani, unica fonte di informazione per questa comunità futuristica e disumanizzata.
Questo titolo rappresenta uno dei più grandi capolavori della letteratura inglese del secolo scorso. Pubblicato nel 1949, vuole rivendicare la libertà d’espressione di cui Orwell non ha potuto beneficiare, denunciando l’ingiustizia subita con il rilascio de “La fattoria degli animali”. L’opera, una satira della rivoluzione russa e della dittatura di Stalin, ha dovuto attendere la fine del conflitto prima di vedere la luce.

In un mondo lacerato da guerre perenni che infuriano tra i continenti in cui il pianeta è diviso – Eurasia, Estasia e Oceania -, far valere la propria integrità di individuo diventa un privilegio. Le persone sono ridotte ad ingranaggi del grande ordigno architettato dal Big Brother, ed è in questa realtà caotica che il nostro protagonista comincerà a ribellarsi al regime, riversando il suo sdegno in un vecchio taccuino rinvenuto casualmente.
A dirla tutta, come facciamo davvero a sapere che due più due fa quattro?
O che la forza di gravità funziona sul serio?
O che il passato non può essere cambiato?
Se il passato e il mondo esterno esistono, soltanto nella mente, e la mente stessa è controllabile, che cosa ne consegue?
Orwell, fiero sostenitore della libertà di pensiero di cui tutti gli uomini dovrebbero godere, costruisce un personaggio che non differisce molto da lui: è fragile, insignificante, ma nei limiti del possibile ha bisogno di far sentire la sua voce. La critica mossa dall’opera è sviluppata su tre fasi principali della trama:
- Winston, in principio, si fa abbindolare dal regime. È docile e remissivo, non osa neppure farsi delle domande.
- Inizia ad elaborare una sua idea delle convinzioni inculcate dal Partito, mettendo in atto delle piccole rimostranze per esprimere il suo disappunto.
- Gli eventi prendono una piega funesta, drammatica, inaspettata e il protagonista deve fare i conti con le conseguenze delle sue azioni.
Il tutto è narrato con un linguaggio semplice e conciso, seppur pregnante. Il raggio di narrazione è limitato solo alle vicende legate al protagonista: conosciamo così i pensieri di Winston e viviamo attraverso i suoi occhi la quotidianità della dittatura.

Il romanzo, ai nostri occhi, è apparso edificante e illuminante. Sebbene sia stato scritto oltre settant’anni fa, tratta di temi ancora piuttosto attuali, capaci di risvegliare in noi emozioni ed istinti molto umani, quali indignazione e desiderio di riscatto. La libertà è un diritto che ci appartiene dalla nascita, per il quale è sempre doveroso lottare.