Da martedì 18 a venerdì 21 marzo, insieme alla mia classe (la 3A LL) sono andata a Napoli in viaggio di istruzione per trascorrere quattro giorni alla scoperta di una magnifica città d’arte.
Certamente i ritmi sono stati molto sostenuti, con pochissime pause e orari molto improbabili per mangiare, ma l’unanimità ha condiviso sul fatto che la gita sia stata un ottimo mezzo per conoscere meglio gli altri e “staccare la spina”. Accompagnati dai prof Aublin e Monza, siamo stati condotti alla scoperta di una città viva e colorata, dove sembra non esserci spazio per la tristezza.
Durante questi quattro giorni, abbiamo potuto beneficiare della vista del Vesuvio; godere della piacevolezza del sole sulla pelle; assaporare con una calma che ci pareva sconosciuta i piccoli piaceri della vita, come la consapevolezza di non avere nulla da studiare per l’indomani.


Tra una pizza fritta e un arancino, i docenti ci hanno aiutato ad immergerci in un mondo nuovo e pieno di vivacità: abbiamo potuto osservare Spaccanapoli, il Cristo Velato, i Quartieri Spagnoli, Pompei, il Tesoro di San Gennaro… il tutto condito da aneddoti esilaranti, commenti sagaci e innumerevoli pause che inevitabilmente si protraevano troppo.
Arriviamo alla fatidica domanda: Napoli merita davvero di essere visitata? Di sicuro sì. In quei quattro giorni trascorsi lontano da Milano, abbiamo quasi dimenticato le nostre abitudini: a Napoli la vita è bella, viene assaporata fino in fondo. È un mondo magico, in cui il tempo non ha alcuna importanza. La città respira, si evolve, è dotata di un’anima.

È una città stupenda, Napoli, vivace e accogliente. Si possono visitare musei, osservare monumenti, assaporare piatti tipici e prendere il sole sulla spiaggia.
Tra tutti i compagni che sono partiti con me, nessuno – nemmeno io – si è pentito della scelta presa: quando è arrivato il momento di salutare il nostro hotel e prendere il treno che ci avrebbe ricondotti a Milano, eravamo tutti piuttosto dispiaciuti.
I lati negativi di questa esperienza? Innanzitutto, quattro giorni non sono abbastanza per visitare Napoli e abbiamo protestato vivacemente al ritorno… ma soprattutto, come conseguenza a quanto detto, i ritmi durante le giornate sono stati piuttosto sostenuti e abbiamo avuto poco tempo per goderci il mare, il panorama e concederci soste per consumare spuntini nei locali.
Ciononostante, la prima cosa a cui abbiamo pensato al rientro è stata: “Quando torniamo a Napoli?”
Per consolarci e riprenderci dalla nostalgia, ci siamo consolati pensando che l’anno prossimo partiremo per Parigi. Il conto alla rovescia è già iniziato!