Al giorno d’oggi, è sempre più raro sentire giovani e giovanissimi esprimersi con modi di dire o frasi fatte. Perché? Probabilmente utilizzare questo tipo di linguaggio è considerato come qualcosa di “passato di moda”, un retaggio in via di estinzione che solo i nonni o i genitori rispolverano di tanto in tanto. Eppure la lingua italiana è davvero ricca! I modi di dire, che stanno scomparendo malgrado la loro bellezza unica, sono una vera perla, da sfoggiare nei dialoghi con gli amici o a mo’ di esclamazione. Siete curiosi di conoscerne qualcuno e volete imparare a non riciclare sempre gli stessi neologismi, come “spoilerare”, “linkare” o “matchare”? Leggete l’articolo: fa al caso vostro.
- PARLARE A VANVERA. Questa espressione si deve ad un’usanza molto singolare delle dame veneziane nel Seicento. Queste elegantissime signore indossavano una sorta di tubicino con un palloncino all’estremità – la vanvera, appunto – sotto i loro sontuosi vestiti: lo scopo era quello di contenere le loro flatulenze, per evitare spiacevoli inconvenienti o brutte figure. Letteralmente, quindi, la vanvera era uno strumento che “conteneva” aria. “Parlare a vanvera” oggi è sinonimo di dire certe cose senza pensarci, solo per apportare il proprio contribuito in una conversazione. Un po’ come quando si dice: “Parli solo per far prendere aria alla bocca!” Ora conoscete il reale significato.
- PIANTARE IN ASSO. Chi non ha mai usato tale espressione almeno una volta nella vita? L’origine della frase si deve al mito greco di Teseo. Questi viene liberato dal labirinto del Minotauro grazie al filo e alla spada che gli sono stati donati da Arianna, figlia di Minosse. Teseo, come promesso, dovrebbe portare con sé Arianna e farla sua moglie. Tuttavia, forse pentito per la sua scelta, il figlio di Egeo la abbandona… sull’isola di Nasso. Per fortuna di Arianna si innamora il dio Dioniso, che la prende in moglie e le fa dimenticare il suo triste passato.

- DA QUALE PULPITO ARRIVA LA PREDICA. Questo modo di dire viene utilizzato molto spesso durante una discussione, quando una persona ci rinfaccia qualcosa o ci fa notare che il nostro comportamento non è corretto. Da dove deriva? Il pulpito è una sorta di pedana sulla quale il sacerdote sale durante la messa per “predicare”, ossia per spiegare un passaggio del Vangelo e diffondere ideali religiosi. Quando diciamo: “Da quale pulpito arriva la predica!”, intendiamo sottolineare che l’osservazione che ci ha offeso riguarda in primis la persona che ce l’ha indirizzata. Se questa non è “senza peccato” e commette i nostri stessi errori, il rimprovero suona molto ipocrita.
- HAI FATTO TRENTA, FAI TRENTUNO. Questo detto si usa quando si invita qualcuno a fare un ultimo sforzo per raggiungere un obiettivo, e la sua origine è tanto insolita quanto divertente. Papa Leone X, in carica nel XVI secolo, nella sua carriera religiosa si trovò a dover eleggere trenta cardinali. Arrivato alla fine, quando ormai erano stati scelti tutti, si accorse di aver dimenticato un candidato particolarmente capace, che meritava la carica. Per questo decise di modificare il numero massimo di cardinali eleggibili – appunto trentuno -, e pronunciò la celebre frase che tutt’oggi è conosciuta.
Vi è piaciuto questo articolo? Fateci sapere nei commenti! A presto con la parte 2.