Il Primo Levi è sempre stato un istituto che si è distinto dagli altri per la sua avanguardia nell’ambito delle attrezzature scientifiche di cui dispone. Stavolta però, non stiamo parlando di cappe o muffole, bensì di moderne tecnologie in grado di immergerci virtualmente nei nostri studi.
Grazie al contributo del Prof. Cozzi, la nostra scuola potrà essere orientata verso la didattica con l’ausilio della realtà virtuale.
Come è nata questa iniziativa?
Gli studenti universitari dell’Insubria, durante la pandemia, fecero uso di questo nuovo metodo come alternativa alle normali attività in laboratorio. Questa novità ha attirato l’attenzione del Primo Levi, che si è adoperato per avere in prova per un mese il dispositivo VR e alcuni software.
Come funziona?
Il dispositivo consiste in un display che avvolge la vista (adatto per essere usato anche con gli occhiali da vista), con una grande quantità di software immersivi di tipologie diverse. Il tutto può essere visualizzato non solo dall’utente, ma anche dagli altri studenti e dal docente, collegando il dispositivo a uno smartphone.
Qual è, quindi, l’obiettivo di questo progetto?
Se verrà approvato, l’acquisto di almeno una decina di questi dispositivi VR avverrà mediante i fondi PNRR della scuola. Affiancheranno (non sostituiranno) l’attività sperimentale, in modo tale da aiutare e rendere più visualizzabili e comprensibili alcuni argomenti.
Come possiamo fare per ottenerli?
È molto semplice: è anche importante il contributo di noi studenti affinché questo progetto possa realizzarsi.
Se hai già provato questa esperienza puoi lasciare un feedback alla redazione o a un docente, se non hai mai provato e sei interessat*, puoi fare numero per convincere ad aderire all’iniziativa!