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Benvenuti nel magico mondo dei libri

Entro, e il profumo di carta stampata mi avvolge. Mi avvicino alla scrivania, con un grosso sorriso sulle labbra, mentre la bibliogatta mi corre incontro per chiedermi coccole. Beatrice – meglio conosciuta come professoressa Lo Giudice, ma a lei va bene così – mi domanda se ho bisogno di libri nuovi, facendomi notare che devo restituirne ancora sette. È il nostro rituale, da ormai un anno e mezzo. Perché, una volta conosciute Brexit e Beatrice, non riuscirete più a fare a meno di queste visite. Lasciate quindi che vi conduca nel mondo in cui le storie prendono vita, per mano di scrittori e scrittrici: Beatrice, la “custode di libri”, è pronta a raccontarci qualcosa del suo lavoro.

Iniziamo con una domanda semplice: da quanto tempo fa questa professione? «Lavoro in biblioteca dal 2018, perché ho avuto problemi di salute e per me è stato meglio non lavorare più in carcere».

E la sua giornata tipo? Be’, forse vi sorprenderà scoprirlo, ma inizia tutto con la vera star della biblioteca: la nostra bellissima mascotte. «Quando entro in biblioteca, la prima cosa che faccio è nutrire la bibliogatta e pulirle la lettiera». Perché, come si dice sempre, ci sono delle priorità. «Avendo una gatta bibliotecaria, bisogna anche badarle. Quindi, prima di tutto, le lavo e le riempio la ciotola. Dopodiché si accende il computer e si vede quali libri sono richiesti per la prenotazione. Nessuno conosce davvero il mestiere della bibliotecaria: sostanzialmente, cerco di indurre in tentazione gli studenti che passano. Li convinco a leggere. Non sempre riesco, però in  certi casi ho avuto buoni risultati».

Come prosegue la sua giornata? La domanda sorge dopo alcune divagazioni, che ci hanno un po’ allontanato dal tema centrale dell’intervista. Ma è sempre bello scambiare due chiacchiere circa la letteratura e i nostri gusti. «Se ci sono docenti che mi chiedono di fare la lettura ad alta voce, o vado nelle classi oppure sono i docenti che portano gli alunni in biblioteca. In genere, questi momenti hanno molto successo, perché gli studenti sanno che l’unica cosa richiesta è ascoltare con un minimo di attenzione. Sanno che non ci saranno compiti, interrogazioni e quant’altro. I ragazzi si sentono anche più liberi di fare domande o… dormicchiare durante la lettura. Ma va bene così».

Ci può raccontare qualche aneddoto sul suo lavoro? «In genere, quello che mi diverte sono gli studenti. A scuola, abbiamo un docente che si chiama Malavenda. Una volta, uno studente è venuto a chiedermi i Malavenda di Verga (ride, ndr)! Lì, allora gli ho chiesto se fosse proprio sicuro che si chiamasse così».

L’importante è provarci. «Be’, sì! A volte prendo un po’ in giro gli studenti, però con bonarietà. Quando non sanno cosa chiedere, sbagliano i titoli o l’autore. Allora si ride un po’ insieme».

Mentre parliamo, la gatta si avvicina e pretende di essere menzionata. Non preoccupatevi: fa sempre così. Le sue manie di protagonismo sanno essere molto fastidiose. Ad ogni modo, non le badiamo e proseguiamo con la nostra intervista. Quali sono i libri maggiormente richiesti dagli alunni? «Di solito sono i libri che i professori impongono di leggere. Quelli che vanno per la maggiore sono Il signore delle mosche, la trilogia degli Antenati di Calvino, Il pane perduto, La promessa, La locandiera. Gli studenti, spesso, si riducono a chiedere il libro in prestito gli ultimi dieci giorni o il giorno prima. Non sempre sono disponibili!»

E ora passiamo ad un altro discorso: che libri consiglia, invece, ai ragazzi? «Di solito non consiglio: prima di tutto, chiedo che gusti hanno, perché consigliare un giallo a una ragazza o un ragazzo appassionati di fantascienza diventa problematico. Se esprimono una preferenza, posso consigliare con più consapevolezza. Per quanto riguarda l’avventura, ad esempio, suggerisco tranquillamente di leggere Verne. Un bel Viaggio al centro della Terra non ha mai fatto schifo a nessuno!»

Una cosa è certa: i gusti della sottoscritta si avvicinano parecchio a quelli di Beatrice. Entrambe siamo d’accordo sul fatto che al fascino di Tolkien e Lewis non si può far altro che soccombere. 

A questo punto, azzardo una domanda piuttosto ardua. E se arriva uno studente che non ama leggere ma che vuole iniziare? «Provo. Gli do due o tre libri che a me sono piaciuti molto. Se mi dice di aver appena visto un certo film, gli suggerisco un libro di tematica simile. In genere, cerco di capire che gusti abbiano questi ragazzi. Il mio è un lavoro d’indagine, soprattutto».

Ci accorgiamo di essere quasi arrivate al termine di questa piacevole chiacchierata, quindi decido di puntare su domande semplici ma ad effetto. E se la micia si sentisse davvero messa da parte per non essere più stata nominata, be’, state certi che sarebbe capacissima di mostrarlo.

Una parola per descrivere il suo lavoro? «Affascinante».

Ultima domanda: le piace la sua professione? Un sospiro sognante, poi la risposta: «Sì».

E se voleste conoscere la nostra custode di libri, assieme alla mascotte migliore del mondo, non esitate a farlo. Non ve ne pentirete, e Beatrice vi accoglierà a braccia aperte. Sarete suoi ospiti per tutto il tempo che vorrete dedicarle. Credetemi: ne varrà la pena.

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