Acculturiamoci

«The Truman Show»: una storia fatta di finzioni e inganni

Non troverete nulla in Truman che non sia veritiero,
non c’è copione, non esistono copie;
non sarà sempre Shakespeare ma è autentico:
è la sua vita.

Hai trent’anni, una bella casa, una moglie e un lavoro soddisfacente. Sorridi sempre, sei legato alle tue origini – che ti danno forza -, ma il passato ti spaventa un po’. Saluti i passanti con allegria e prosegui dritto per la tua strada. Sei felice, forse. Ti chiami Truman, e non sai di essere il protagonista di una serie TV incentrata su di te che va avanti da quando sei nato. È tutta una farsa, la tua vita. Ma non te ne rendi conto. Sei felice veramente?

Truman non sa come rispondere a questa domanda. Un sorriso è sempre la miglior soluzione, eppure in questo caso appare un po’ innaturale, quasi forzato: questo perché neppure lui riesce a decidere. Certo, sua moglie Meryl è molto affettuosa con lui. E sì, il suo amico d’infanzia Marlon è davvero premuroso. Gli è sempre accanto. Tuttavia… nella sua vita c’è qualcosa di strano. Lui dall’isola su cui vive non è mai uscito, neanche per una vacanza. Ha perso suo padre in mezzo alle onde dell’oceano, e ora nuotare è il suo incubo più grande. Inoltre, quand’era ragazzo Truman si era perdutamente innamorato di una ragazza chiamata Sylvia, sparita in circostanze sospettose dalla sua esistenza.

L’uomo non sospetta ancora nulla, ma alla soglia dei suoi trent’anni inizia a capire che c’è qualcosa che non va: è tutto troppo perfetto, troppo programmato. Perché sua moglie ha un atteggiamento costantemente solare, quasi forzato? E perché nessuno sembra volerlo accompagnare lontano dall’isola, ricordandogli che lui ha paura del mare? Truman non riesce ad immaginare una realtà che differisca dalla sua, da quella in cui vive. Come potrebbe, del resto? Come reagirebbe se scoprisse che tutto ciò che vive è costantemente ripreso, registrato e trasmesso da ogni televisione? Come reagirebbe se scoprisse che viene visto in ogni angolo della Terra, mentre si alza, riposa e cammina?

Eppure, a poco a poco anche lui inizia a nutrire alcuni dubbi. Inizia a sentire puzza di bruciato, Truman, e cerca di aprire gli occhi. Vuole ricordare le parole della sua cara amica Sylvia, ma proprio non riesce a comprendere.

La verità è che a volte è più facile chiudere gli occhi e fingere di non sapere nulla, piuttosto che provare a capire e affrontare i problemi. Perché? Perché siamo esseri umani. Ci capita spesso di fingere di non vedere la realtà delle cose: fa troppo, troppo male. Pensare che tutto ciò in cui si ha creduto fino a quel momento si è rivelato falso può essere un duro colpo per chiunque.

Nel nostro piccolo, può capitare di doverci scontrare con verità più grandi di noi. Ed è terribile, sì. Per Truman, è tutto amplificato. Rendersi conto che le persone che lo circondano sono unicamente attori è un duro colpo – ma toccherà a voi scoprire quale sarà la reazione dell’uomo.

Al di là della sfumatura fantascientifica che nasconde questa vicenda, il film fa aprire gli occhi su questioni che spesso trascuriamo o riteniamo poco importanti: la trasparenza e la bellezza delle cose vere. Nelle nostre azioni quotidiane, purtroppo, diamo tutto per scontato. Ci alziamo al mattino, salutiamo la nostra famiglia – che siano fratelli, genitori o nonni – e siamo arrabbiati perché, diamine, è presto e vorremmo tornare a dormire sotto le lenzuola. Usciamo di casa, e ci lamentiamo visto che siamo in ritardo per la scuola. Torniamo a casa di pomeriggio, e sbuffiamo per aver perso un’altra giornata di studio in mezzo a professori che ci assegnano compiti e compagni con cui non andiamo sempre d’accordo.

Eppure, questa è solo una nostra percezione. Siamo costantemente insoddisfatti della nostra vita, tanto da non renderci conto che la felicità va cercata nelle piccole cose. Siamo circondati di persone che ci amano per quello che siamo – e non per uno stupido programma TV, grazie al cielo. Abbiamo la possibilità e la fortuna di accedere all’istruzione e pensare con la nostra testa. Frequentiamo persone a cui, bene o male, ci siamo affezionati.

Cosa c’è che non va? Ovvio, abbiamo anche noi i nostri problemi. Ma immaginare una vita senza problemi ci è impossibile, proprio perché è impossibile non essere in difficoltà. 

Eppure, se ci fermiamo a pensare alla vita di Truman, capiamo di non poterci lamentare. In un momento di bisogno, sappiamo di poter contare su qualcuno a noi caro. Che si tratti di familiari o amici, non siamo mai soli. Ma Truman? No, lui no. La sua vita è un’unica, gigantesca menzogna. 

Allora dovremmo smetterla, di dispiacerci per qualcosa che non abbiamo ma che desideriamo follemente. L’affetto delle persone che ci vogliono bene non conosce confini… esiste forse un pensiero più incoraggiante di questo? La risposta è no: come si dice sempre, la bellezza va cercata nelle piccole cose. Non c’è nulla di più splendido di qualcuno che ci tende la mano quando tutto ciò che ci occorre è un po’ di amore.

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